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A sorpresa, il Qatar ha vinto la Coppa d’Asia sconfiggendo in finale per 3-1 una big del continente come il Giappone.
Con molti naturalizzati, è vero. Nella rosa ci sono giocatori originari di Capo Verde, Sudan, Algeria… Però – a onor del vero – ciò è in qualche modo coerente con la conformazione demografica del Paese: di quasi 2 milioni di abitanti, meno di un quarto sono “veri” qatarioti!
Ma al di là di tale questione, questo trionfo è soprattutto la realizzazione di un progetto di lungo corso da parte del governo, che ha avuto come fondamenta il lancio della Aspire Academy nel 2004.
Si tratta di un centro di formazione per la gioventù locale, dove i ragazzi possono crescere sportivamente, umanamente e culturalmente sotto la guida di centinaia di professionisti da tutto il mondo.
Inoltre, l’Academy è proprietaria di due club europei: Eupen in Belgio e Cultural Leonesa in Spagna. Oltre alle partnership con LASK Linz in Austria e Leeds in Inghilterra. I migliori prospetti vengono mandati a giocare in una di queste squadre.
Ecco il contesto in cui è stata allevata buona parte dell’attuale generazione. Nel centro di formazione sono cresciuti diversi membri della rosa che ha appena portato a casa la Coppa: addirittura 14 su 23.
Tra loro: il centravanti Almoez Ali, capocannoniere e “Most Valuable Player” del torneo con 9 reti (battuto il record della leggenda iraniana Ali Daei), che ha sbloccato la finale con un gol in rovesciata; il suo compagno di reparto Akram Afif, MVP della finale e autore di ben 10 assist; l’estremo difensore Saad Al Sheeb, miglior portiere del torneo; il faro del centrocampo Assim Madibo; i pilastri difensivi Tarek Salman e Bassam Al Rawi…
Da lì è anche uscito l’allenatore del trionfo continentale: lo spagnolo Felix Sanchez, che dopo essersi formato nel settore giovanile del Barcellona si trasferì all’Aspire Academy. Lì Sanchez divenne il vero e proprio tecnico di fiducia della federcalcio qatariota: nel 2013 ha iniziato la trafila delle Nazionali giovanili, fino a diventare due anni fa il CT della maggiore.
Nel 2014 ha condotto l’Under 19 alla vittoria nella Coppa d’Asia di categoria. Ieri è arrivata quella “dei grandi”.
Questo non è semplicemente uno storico traguardo. È un ottimo biglietto da visita per i Mondiali casalinghi.
Tra mille giustificatissime polemiche legate all’assegnazione e all’organizzazione della Coppa del Mondo 2022, infatti, il movimento calcistico del Qatar ha un disperato bisogno di “legittimarsi”.
Cosa c’è di meglio di un successo del genere?

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